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mercoledì 19 ottobre 2016

Medico a processo per omicidio colposo


 Malasanità Ospedale Polistena, Medico A Processo Per Omicidio Colposo

19 Ottobre 2016

Giuseppe Mammoliti, 45anni, di Melicucco, è deceduto nel dicembre 2014, a seguito di un arresto cardiaco dovuto a "sindrome coronarica acuta da occlusione trombotica della coronaria destra". Sarà un processo ora a stabilire se il decesso si sarebbe potuto evitare, e se i medici dell'ospedale Santa Maria degli Ungheresi di Polistena, avessero potuto salvare la vita di Giuseppe. Infatti, stando a quanto riportato in una perizia richiesta dal Pm, "la morte di Giuseppe avrebbe potuto essere evitata attivando alcuni protocolli medici". Il Gup del tribunale di Palmi, Massimiliano Minniti, ha rinviato a giudizio il medico Antonio Napoli, all'epoca dei fatti impiegato presso l'ospedale di Polistena, per il reato di omicidio colposo, "perché in qualità di medico presso il pronto soccorso, cagionava la morte di Mammoliti, per colpa consistita in negligenza, imprudenza ed imperizia". All'epoca dei fatti, nei primi giorni di dicembre, Mammoliti era stato male e per questo si era recato presso la guardia medica di Melicucco, dove gli avevano consigliato di andare in pronto soccorso all'ospedale di Polistena, dove sarebbe stato poi sottoposto ad accertamenti, il cui esito sarebbe stato negativo, e poi dimesso con una diagnosi relativa all'apparato digerente. Mammoliti però continuando a stare male si era nuovamente recato in guardia medica e poco dopo era rientrato a casa per mettersi a dormire. La notte però, la vita di Giuseppe viene stroncata da un arresto cardiaco. È la madre, che la mattina andandolo a svegliare, lo trova morto nel letto. La famiglia Mammoliti, che si è costituita parte civile nel procedimento, vuole vederci chiaro e capire se davvero in qualche maniera il decesso si sarebbe potuto evitare. Il dottore infatti, secondo il capo di imputazione "Ometteva di sottoporre il paziente ad un esame obiettivo, ad uno studio clinico diagnostico, ad esami da laboratorio, fra i quali quelli volti alla ricerca di marcatori sierici biochimici, al fine di accertare o escludere la necrosi miocardica, o comunque a un periodo di osservazione, ne chiese una consulenza cardiologica".

http://www.zmedia.it/in-primo-piano/12755-presunta-malasanita-ospedale-polistena-medico-a-processo-per-omicidio-colposo

sabato 15 ottobre 2016

Trapani, partoriente muore in ospedale

LEnnesimo presunto caso di malasanità, stavolta a Trapani dove una partoriente di 26 anni, al nono mese di gravidanza, ricoverata per alcune perdite di sangue, è morta in ospedale in circostanze ancora tutte da chiarire. Il piccolo, invece, è stato salvato in extremis grazie ad un parto cesareo mentre la donna è deceduta per un arresto cardiocircolatorio. Ora il Ministro della SaluteBeatrice Lorenzin vuole vederci chiaro al punto da aver disposto l’invio di una task force a Trapani per far luce sull’accaduto: come può una partoriente morire per un semplice malore e per alcune perdite di sangue? Cosa non ha funzionato?

Partoriente morta, aveva avuto un malore

In una nota dell’Azienda sanitaria provinciale si legge che la partoriente sarebbe giunta in ospedale intorno alle 21: lì sarebbe stata sottoposta ad alcune visite riscontrando normali funzioni vitali del nascituro e “condizioni generali nella norma”per la donna. All’improvviso, alle 23.50, stando alle prime informazioni trapelate, la donna si sarebbe sentita male mentre parlava con la madre e così è morta nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Trapani. A quel punto i medici hanno praticato d’urgenza un parto cesareo e il piccolo – di 3,2 chili – è nato in buona salute.

Partoriente morta forse per embolia

La partoriente, stando alle prime indiscrezioni, sarebbe stata colpita da un’embolia; intanto l’Asp ha nominato una commissione interna per far luce sul decesso contestualmente all’invio degli ispettoricome richiesto dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

http://news.leonardo.it/trapani-partoriente-muore-ospedale-il-ministro-manda-una-task-force/

Malasanita' in Calabria

MALASANITA' IN CALABRIA, REGIONE OPPRESSA DAI CASI SOSPETTI: 13 OPERATORI INDAGATI, MORTO 47ENNE PER UN MAL D'ORECCHI (OGGI, 14 OTTOBRE 2016) - Il problema della malasanitàè forse uno dei più importanti dell'Italia. Da molti anni è evidente un divario fra Nord e Sud del Paese per quanto riguarda le prestazioni ospedalieri e sono migliaia i pazienti che, pur abitando nel meridione, preferiscono spostarsi per sottoporsi ad interventi di vario tipo. In particolare in questi ultimi mesi, le testate nazionali hanno discusso a lungo della Calabria e della sua realtà in merito a servizi ospedalieri ed assistenza in generale. Al centro del mirino sono finiti diversi ospedali, fra cui l'Annunziata di Cosenza, a causa ddelle minime misure di sicurezza igienico-sanitarie. L'argomento verrà approfondito questa sera, venerdì 14 ottobre 2016, su Tv7, il programma di informazione della terza serata di Rai 1. Risale a quattro giorni fa la decisione del gup Niccolò Marino, di Reggio Calabria, di rinviare a giudizio tutto il personale indagato all'interno del procedimento Mala Sanitas, tassello finale dell'inchiesta voluta dalla Procura della città contro una possibile copertura degli errori sanitari avvenuti nei reparti di Ostetricia e Ginecologia degli Ospedali Riuniti. Tredici gli accusati che dovranno rispondere, il prossimo 29 novembre dei reati di soppressione, occultamento e distruzione di atti veri, falso ideologico e materiale, interruzione di gravidanza senza il consenso della puerpera. Eclatante inoltre la morte del 47enne ricoverato lo scorso 5 settembre al Pugliese Ciaccio di Catanzaro per un mal d'orechie ed in seguito morto in circostanze ancora da accertare. Quest'ultimo caso è ancora al vaglio degli inquirenti e non è chiaro se possa trattarsi effettivamente dell'ennesimo caso di malasanità in Calabria

http://www.ilsussidiario.net/mobile/Cronaca/2016/10/14/MALASANITA-IN-CALABRIA-Morto-47enne-per-un-mal-d-orecchi-Regione-oppressa-da-casi-sospetti-ultime-notizie-oggi-14-ottobre-2016-/728130/

martedì 11 ottobre 2016

Malasanita', al riuniti di Reggio Calabria: tutti rinviati a giudizio

Malasanità al Riuniti di Reggio Calabria: tutti rinviati a giudizio (NOMI)

10/10/2016 16:31CronacaCronaca home,Reggio CalabriaUltim’ora HomeMala Sanitas,Reggio Calabriarinvio a giudizioredazione

Saranno processate le tredici persone finite al centro dell’inchiesta denominata “Mala Sanitas”. Il processo inizierà il prossimo 29 novembre

Il gup di Reggio Calabria, Niccolò Marino, ha rinviato a giudizio tutti gli indagati del procedimento “Mala Sanitas”, scaturito dall’inchiesta coordinata dalla Procura di Reggio Calabria ed, in particolare dai pm Roberto Di Palma e Annamaria Frustaci, contro una presunta rete di coperture degli errori sanitari nei reparti di Ginecologia e Ostetricia degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria.

Imputati. A giudizio vanno Luigi Grasso 64 anni di Reggio Calabria, Maria Concetta Maio64 anni di Reggio Calabria, Daniela Manuzio 50 anni, nata a Taurianova ma residente a Reggio,Antonella Musella 58 anni, nata a Salerno e residente a Reggio, Annibale Maria Musitano69 anni, nato Reggio Calabria, Roberto Rosario Pennisi 63 anni di Reggio Calabria,  Filippo Luigi Saccà 62 anni di Reggio Calabria,Massimo Sorace  44 anni, nato a Polistena e residente a Gioia Tauro, Giuseppina Strati 57 anni, nata a Samo e residente a Reggio Calabria, Alessandro Tripodi 47 anni di Reggio Calabria, Pasquale Vadalà 68 anni, nato a Bova Marina e residente a Decollatura, Mario Gallucci 64 anni di Reggio Calabria, Marcello Tripodi 54 anni di Reggio Calabria. Solo per Tripodi, Vadalà e Manuzio, tuttavia, persiste il reato di associazione per delinquere.

Malasanità a Reggio: interrogatori di garanzia, medici muti davanti al gip

Le accuse. Gli imputati dovranno rispondere, a vario titolo,  di falso ideologico e materiale, di soppressione, distruzione e occultamento di atti veri nonché di interruzione della gravidanza senza consenso della donna. Il processo inizierà il prossimo 29 novembre davanti al Tribunale Collegiale di Reggio Calabria.

Malasanità a Reggio Calabria, bimbo fu ridotto a stato vegetativo

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Malasanita', drenaggi fatti con comuni bidoni

Malasanità, drenaggi fatti con comuni bidoni. Reparti ospedalieri allo sbando

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Cronaca 10 ottobre 2016

di Redazione

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Un comune bidone usato per l’acqua o per una sorta di carburante diventa una sacca per i drenaggi di sangue in ospedale. L’incredibile foto che sta facendo il giro del web v iene dall’Umberto I di Siracusa.

Invece delle sacche sterili sotto il letto del paziente, in condizioni igieniche precarie, si trova un qualsiasi bidone dove far drenare il sangue della ferita probabilmente post operatoria. Una condizione inaccettabile in un ospedale.

Dalle colonne di Siracusa Oggi si scaglia contro il sistema sanitario il deputato Pippo Gennuso che chiede, in base a queste foto, la chiusura del reparto dell’ospedale Umberto I.

“Probabilmente il bidone viene riciclato – dice Gennuso – svuotato e poi riutilizzato per altri pazienti. Mi ha pure sorpreso la mancanza di igiene e di pulizia in un reparto dove sono ricoverati pazienti particolari. Mi riferisco ai bagni, alle docce, ai pavimenti che sono sudici. Di fronte a questo degrado, l’assessore regionale alla Sanità dovrebbe dimettersi. E ci sono responsabilità anche dei deputati siracusani che sostengono questo governo che è oramai arrivato alla frutta. Faccio appello a tutti i parlamentari della provincia di Siracusa invitandoli alla mobilitazione per una sanità più efficiente a Siracusa e di fare un’ispezione collettiva all’Umberto I per verificare lo stato dei luoghi ed i servizi”.

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